Matteo Passante – Scapestro

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Matteo Passante

“Parlarsi addosso è come masturbarsi la mattina davanti allo specchio”.

Questo è uno dei versi del nuovo album e descrive la mia personale idiosincrasia a scrivere di me e della mia vita da cantautore notturno e ingegnere in ore ufficio.
Comincia così anche l’autobiografia che non scriverò mai, comincia dal fondo, comincia da questo 2017 che sancisce il ritorno mio e della Malorchestra con il nuovo album IL GRANDE STUPORE, a tre anni dal precedente WELCOME TO LOVE (2014) e a sette da SIGNORA CLESSIDRA E LO SPOSO BAMBINO (2010).
La storia comincia con me sudato in un garage di una campagna pugliese, con una band che si dà un nome teatrale: la PICCOLA COMPAGNIA INSTABILE.
È l’estate del 2002 e le prime canzoni prendono forma. Sono anni di timidezza e per vincere la paura del palco, mi curano i miei musicisti a calci e cicchetti.
La band si ricuce uno spazio interessante nella nuova scena musicale salentina, e così ben presto si ritrova a condividere il palco con cantautori già noti al grande pubblico della canzone d’autore (Pippo Pollina, Alessio Lega, Gang, Mercanti di Liquore, etc), apre i concerti in giro per la Puglia dei vari Giuliano Palma, Davide Van de Sfroos, Bandabardò, Tonino Carotone, Apres la Classe e tanti altri, è invitata al Controfestival di Mantova, vince concorsi in giro per l’Italia, suona a La Fete de la Musique in Normandia. Nel 2010 pubblica SIGNORA CLESSIDRA E LO SPOSO BAMBINO.
Dal 2012, a causa di un repentino trasferimento a Milano, comincio a farmi vedere in giro con una nuova donna. Lei si chiama MALORCHESTRA, è composta da musicisti eccezionali ma soprattutto è un gruppo coeso da tempo: Diego Scilla alle tastiere, Marco Vismara alle chitarre e agli arrangiamenti, Luca Moroni al basso e Raffaele Pellino alla batteria.
Ben presto si comincia a suonare in giro per Milano e a distanza di poco tempo – siamo a inizio 2014 – si sforna WELCOME TO LOVE, un EP di sei fiori che trova spazio in radio e qualche TV, con il singolo di lancio MAPPAMONDO.
A Giugno dello stesso anno siamo ospiti per 6 puntate della radio nazionale svizzera RTI, nella trasmissione ANIME SALVE. A Luglio siamo tra i 6 finalisti del PREMIO BINDI e ad  Agosto dello stesso anno siamo tra i vincitori del premio BOTTEGHE D’AUTORE.
MAPPAMONDO riscuote successo anche a distanza di tempo, tanto da permetterci di essere tra i semifinalisti del 2017 per salire sul palco del Primo Maggio a Roma. Il videoclip diventa per tre anni il biglietto da visita della band.
Alla fine del 2014 cominciamo a ragionare sulla necessità di scrivere il nostro primo vero album, nel 2016 completiamo la scrittura e la preproduzione. Nell’ottobre 2017 viene alla luce come primogenito di un percorso diverso, dove le nostre storie sono messe al centro del progetto. IL GRANDE STUPORE è il nostro augurio verso tutti quelli che non sanno più cos’è la meraviglia.
Il singolo di lancio è 1958, una canzone sul colonialismo europeo in Africa, capace di far riflettere e di far cantare a braccia aperte.

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Scapestro

Fulvio Di Nocera, in arte Scapestro, nasce a Castellammare di Stabia (NA) nel 1978.
Durante l’adolescenza si avvicina allo studio del basso elettrico, che lo porta negli anni successivi ad intraprendere esperienze live e in studio con notissimi progetti napoletani e campani: Polina, Bisca, 24 Grana, Francesco Di Bella, Daniele Sepe, Pennelli di Vermeer, Rione Junno, Songs for Ulan e molti altri.
Prosegue dedicandosi allo studio del contrabbasso, iniziando al Conservatorio di Salerno e conseguendo il diploma di II livello nell’ottobre del 2011.
La passione per la scrittura lo accompagna da sempre: negli ultimi anni decide di dare forma a questa sua inclinazione con lo pseudonimo di Scapestro. Nell’estate del 2015 realizza il primo singolo Vado per un po’ con Nut Label e il videoclip realizzato dal “Creacose” con la collaborazione di Denise Galdo.
A giugno 2018 esce per SoundFly con distribuzione SELF il suo disco di debutto Shurhùq; a fine settembre pubblica il video di Sempre uguale. All’indomani del video, lanciato con successo in anteprima su Repubblica, porta in un lungo tour i brani di Shurhùq, con un ottimo responso di pubblico e critica.

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